venerdì 30 aprile 2010

Sette banane.

Avrei voluto scrivere questo aneddoto il 26 Aprile, giorno in cui si ricorda l'esplosione del reattore numero 4 della centrale nucleare di Chernobyl, in Ucraina, allora URSS, ma non ha avuto tempo, quindi questo piccolo ricordo, lo lascio qui adesso.

Nell'aula magna della scuola media del paese faceva caldo e la gente era accatastata, tutti in attesa dei "loro" bambini. Due mesi di lezioni di russo, per imparare a dire almeno una parola con quelle lontane creature, non erano serviti a farci conoscere tra noi, nessuno guardava nessuno, solo il palco dove erano allineati i piccoli e da dove erano via via chiamati i genitori affidatari. Curiosi ci domandavamo quale sarebbe stata la nostra e quello dei miei genitori, una bimba ed un maschietto.
Poi il nostro nome al megafono.
Mi alzo e mi viene data per mano una bella bambina, alta, in carne e molto stanca, oltre che sporchissima. Per bagaglio una busta di plastica di quelle della spesa, che puzzava di marcio. Poi è il momento dei miei genitori: accidenti, ma che faccia da russo, più di così non si può, è simpaticissimo, biondo, piccolo ma fisicato ed un sorriso galeotto che innamora.
Juri e Svetlana.
Ognuno si dirige verso casa, col suo piccolo in macchina e tante incertezze nel cuore, ma la voglia di provarci è tanta. Ricordo due enormi occhi verdi che scrutavano ogni angolo della casa, non aveva mai visto un bagno, una lavatrice....l'oblò che gira è irresistibile. Poi apriamo la sua borsina: un flauto, un paio di mutande, un golf rosa distrutto e lercio, un pezzo i pollo marcito e le cicche. Sciolte.
La porto nella sua camera, non crede ai suoi occhi, una stanza per lei, un letto, tutto per lei, era abituata a vivere in due sole stanze in 8 ed a dormire in un solo letto con le sue 4 sorelle. Allora inizia a lasciarsi andare ad un pò di entusiasmo e cede alle lusinghe di una vasca da bagno piena di schiuma. Non l'aveva mai vista. Non voleva più uscirne, è rimasta a mollo finchè l'acqua era quasi fredda. Povera Svetly, se ti avessero lavato un pò di più non avresti avuto la scabbia che ormai era cosi acclimatata nel tuo corpo, che non si vedeva, tant'è che me l'hai attaccata!
Poi pigiama pulito, comprato prima in previsione del suo arrivo e cena.
Avevo la fruttiera piena di banane, una decina credo, vedo che rimane impietrita davanti a quella frutta e poi mi chiede se può prenderla.
Sette banane.
Una dopo l'altra, con gli occhi chiusi dal piacere.
A casa sua erano un bene di lusso, quindi assolutamente introvabili. Credo di aver comprato un quintale di banane in un mese e mezzo.
Sono stati due lunghi mesi, non sempre belli, ma sicuramente importanti.
Juri era piccolo di statura per la sua età, aveva 11 anni e ne dimostrava 7 , effetto delle radiazioni, ma era vivace socievole e simpaticissimo, un bambino staordinario.
Svetly era una spanna più alta di lui, benchè avesse solo 9 anni, deciamente più ombrosa, ma era una bimba coraggiosa.
Ed affamata! E' igrassata quasi 3 chili in un mese e mezzo!
Hanno imparato a nuotare, Juri si buttava sul fondo della piscina con le bombole, voleva fare ogni possibile esperienza, ad ogni costo e Roby gli insegnava ad andare sott'acqua e mio padre a correre con i pattini i linea. Naturalmente alle 9 di sera crollavano morti di stanchezza e felici e frettolosi di iniziare la giornata successiva!
Poi, un giorno di metà luglio sono tornati sul torpedone, carichi di valige piene di abiti, coperte, saponi, giochi e raccomandazioni e dopo baci e abbracci stretti stretti, la grande Russia li ha inghiottiti di nuovo.
Juri ha scritto una bella lettera piena di gioia e ringraziamenti per la vacanza più "indimenticabile"della sua vita.
Svetly no.
Mai più sentita.
Spesso mi chiedo se sia stato un bene, farli stare bene per 45 giorni e poi ributtarli a casa loro. Ma era casa loro ed e giusto così.
Adesso saranno dei piccoli adulti, sono passati 11 anni e chissà se si ricorderanno della "basèina" e delle banane.........chissà!
Io qualche volta, ci penso.............
Bye...........

7 commenti:

francesca ha detto...

Non pensiamo mai a quanto siamo fortunati, noi ed i nostri figli nel vivere nella parte ricca del mondo!
....hai mai provato a cercarli....
francesca

Anonimo ha detto...

noi non possiamo sicuramente cambiare il destino delle persone,tu comunque hai dato,percio' grazie a te, si', fa' pensare che non si siano piu' sentiti,purtroppo quello e' un altro mondo.
io negli anni 80 ho avuto in casa una vietnamita per 2 anni,siamo ancora in contatto, fabio

Kaishe ha detto...

Kak tibià savut?...
Sono le prime parole che ho rivolto a Serghiei quando hanno chiamato me e mio marito e ci hanno affidato un bimbo biondo con i sandali di cartone e le mutande a fiorellini fatte in casa...
Quella prima notte l'ho sorvegliato perchè era sonnambulo... le notti successive le uniche "camminate" che faceva erano dal suo letto al letto matrimoniale, insieme con i miei 2 figli. E che bello dormire in 5!!!
E così per 8 estati.
Adesso Serghiei è un uomo sposato e papà di 2 bimbe delle quali mi sento nonna...
Che sorpresa le tante cose che accomunano gente che, dopotutto, fuori dal web è estranea.

Kaishe ha detto...

P.S.:
Se vai a questo post (http://kaishe.blogspot.com/2007/05/kak-tibi-savt.html) c'è il mio ricordo di quell'avventura.
Ti sfido ad individuare quale dei 3 ragazzini non è mio.
Pensa che quando facevo loro il bagno "comune" ci divertivamo a scoprire che avevano perfino dei nei nelle stesse posizioni.

monteamaro ha detto...

Era quello cara Syl, il tempo eroico e triste dei "viaggi" all'Ovest, di ragazzi che da noi scoprivano un mondo nuovo... e noi con loro.
Eravamo tutti più buoni o semplicemente meno egoisti.
La tua famiglia poi...ha fatto gli straordinari: Juri e Svetlana!!
Quei bambini ci hanno lasciato un pò di tenerezza, e forse l'ultima possibilità, di conoscere popoli e terre che a breve, non sarebbero stati più gli stessi.
E questo ha arricchito anche noi.
La "mia" bambina si chiamava Slatjena, 9 anni Croata, era il 1996.
Sono contento di poter condividere con voi, questi ricordi.
Un abbraccio.

Minu ha detto...

Cara Syl, ho pianto leggendo il tuo post, l'ho riletto con un sottofondo musicale. Ho riso quando ho letto delle sette banane, mi sono immaginata gli occhi socchiusi della piccola bambina, il suo piacere.
Ho letto della tua malinconia, della nostalgia, del dolore del distacco.
L'oblò della lavatrice.
Come deve essere sembrato ricco il vostro mondo, la vostra casa, la vostra tavola e la sua stanza.
Chissà cosa racconterà alla sua famiglia nelle fredde notti russe?
Ti abbraccio Syl, grande donna

Sara ha detto...

Ho ripensato molto a questa storia da quando l'ho letta. Se non sono riuscita a scrivere niente fino ad ora, è perchè mi ha lasciata senza parole.
Sara