Mi fermo e ricordo.
Le notizie del terremoto ad Haiti si accavallano nella mia mente, riempiono gli occhi e l'anima di disperazione.
Ed io resto imbambolata davanti all'appendino della cucina.
Si, quello dove si agganciano gli asciugamani e quant'altro non trovi una più logica collocazione.
Ritorno a 20 anni fà.
Reduce da un ricovero in una bella clinica di Milano ( all'epoca non avevo ancora una diagnosi conclamata di SM, quindi ero assicurata e potevo andare a farmi curare dove mi pareva, oggi non mi assicura più nessuno e mi tocca la sanità pubblica, che spesso non brilla!), mi trovo a passare davanti ad un negozio particolare, oggetti di artigianato per la casa e per me, che stavo allestendo la nostra prima casa, era una vera tentazione.
Così, insieme con mia madre, decidiamo di entrare, prima di prendere il tram che ci avrebbe riportate a casa.
Ricordo due signore gentilissime, che ci spiegavano la storia degli oggetti che stavamo guardando. Si trattava di oggetti fatti ad Haiti, uno dei paesi più poveri del mondo.
Per realizzare gli appendini, che variavano da quelli piccoli per le presine, a quelli di maggiori dimensioni, per appendere giacconi e cappotti, venivano usati i bidoni in ferro che contenevano il carburante. Questa gente era così povera, che non possedeva molto altro che potesse essere lavorato.
Poi, delle abili mani, li tagliavano, li sagomavano ed infine li dipingevano, dando a questa misera materia, una forma ed una destinazione precisa.
Ne ho comprati diversi e li ho appesi nei vari locali della casa, dall'ingresso alla cucina.
Oggi giro per la casa pensando a quelle mani, a quegli occhi, a quel dolore, contro il quale nulla posso fare, se non che donare qualcosa.
Spero che possa asciugare qualche lacrima, saziare qualche pancia, coprire delle spalle......
Sempre troppo poco.
giovedì 14 gennaio 2010
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
4 commenti:
che belle sagge parole, mi mancavi tanto !
so che "cosa sarà" l'ha detto prima Dalla di me !!!
a volte un "quasi niente " basta ...
mi piace come hai affrontato questa tragedia... e vero a volte basta poco!
Perche non:)
Posta un commento