martedì 28 settembre 2010

Capitolo primo.

Siamo agli sgoccioli.
Gli ultimi spicchi d'estate ci scaldano a mezzogiorno ma alla sera, il freddo ha fatto, sgradito, capolino da diversi giorni.
Ma il " capitolo primo", dopo una lunga assenza dal mio blog, non vuole parlare di ciò.
Infatti vi mostro la foto della piscina ancora aperta, giusto il giorno prima della sua chiusura.
Sorpresa.
Parlerò di questo.
Etimologicamente è parola assai semplice, di radice latina, deriva da superprehensus: cosa inaspettata, ciò che coglie all'improvviso, che crea stupore.
Strana sensazione quando ti si para davanti: ieri bella, arrivata da una persona che conosco appena e dalla quale nulla mi sarei mai aspettata. Invece lo squillo del telefono mi ha riempito di belle parole, di apprezzamento per il mio coraggio di vivere attivamente da disabile e non è semplice. Ma c'è chi lo capisce e lo apprezza e benchè mi abbia parlato per due sole volte, ha sentito il desiderio di dimostrarmi la sua stima.
Un pò meno piacevole quando la sorpresa è spiazzante, fuorviante, quando ti aspetti qualcosa che non viene compreso, anzi magari vieni pure non capito, frainteso e quindi criticato.
Usualmente sono proprio queste le sorprese con la esse maiuscola, perchè eri certo di confidare in persone che avevano ben chiara davanti agli occhi, la comprensione di ciò che può avere due facce: quella bella, piacevole, divertente e quella che invece nasconde le insidie che solo chi si trova in difficoltà può comprendere.
Ma infilarsi nelle vesti degli altri non è semplice.
E' più facile chiudere gli occhi e far finta di non vedere o magari non vedere davvero!
L'ho sempre creduto ed ancora lo ribadisco: vivere le vicende e le orride difficoltà che vive una persona con un handicap non è semplice, qualunque esso sia, da quello motorio a quella visivo, da quello uditivo a quello cognitivo. E' forse ancora più complicato del doverlo affrontare in prima persona. C'è di mezzo il dolore e l'impotenza.
La comprensione è frutto dell'intelligenza, ma la superficialità talvolta ha la meglio ed offusca ogni cosa. Un pò come parcheggiare al posto auto riservato ai disabili davanti ad un negozio......tanto si stà dentro solo per poco!!!!!!!
Detto questo, consiglio a chi a a che fare con una persona non normodotata, di guardare oltre, spaziare e rendersi conto che ciò che per chi non ha particolari problemi è una situazione paradisiaca, come una bella cena con tanta gente che chiacchiera o un bel panorama od un luogo straordinario, può diventare una vera tortura per chi non è in grado di gestirla e quindi di goderne.
E basta davvero poco per renderCI capiti: un cenno, un semplice cenno d'intesa.
Il sacrificio non serve ad un fico secco, anzi semmai peggiora lo stato d'animo chi ne ha dovuto subire l'atto.
E' lì che ti senti davvero dis-abile, in-abile.
Un pacco da spostare e vegliare, poverino, ma prima di arrivare a questa mentalità nei confronti dell'handicap, passeranno mille anni.
E noi dis- abili, in- abili, diversamente abili ma pur sempre abili in qualcosa, siamo assai sensibili e questi atteggiamenti, talvolta inconsciamente discriminanti!
E le palle girano............
Amen.

10 commenti:

giardigno65 ha detto...

e non diversamente ...

Sara ha detto...

Ti pensavo perché è un poche non riscrivi e mi veniva in mente il mese di maggio, quando pioveva sempre e noi smaniavamo per i nostri giardini e poi il tuo tour nel vivaio, la lavanda...
Anch'io tante volte me la prendo per certe cose, anzi per certe persone, forse il nostro vero disagio è non riuscire a farcene una ragione e liquidare certa gente come merita, senza dargli spazio nei nostri pensieri. Un bacio! Sara

francesca ha detto...

....e poi arrivera` l'inverno! con i vetri appannati e imaglioncini di lana.....speriamo che uest'anno ci sia tanta neve!
francesca

Anonimo ha detto...

bello e difficile il tuo nuovo post!e,a proposito..ben tornata!!!!mi mancavi!
Sì,come dici tu è difficile calarsi nie panni altrui,molto difficile!io,ci penso spessissimo,cerco di essere sempre attenta,cerco di non ferire con le parole e con i fatti,tutti le persone che mi stanno accanto.Ma non è sempre così facile:molte volte le mie stesse azioni possono essere fraintese,molto spesso sono io che sbaglio,certo sbaglio in buona fede ma sempre di sbaglio si tratta!!!
Non è facile per niente e per nessuno stare al mondo.
L'importante è..volersi bene e parlare.Parlare delle cose belle(e ce ne sono tante),parlare delle cose serie,parlare dei nostri sentimenti,delle nostre difficoltà,di tutto un pò!!!
Ah Cara Conni,un mondo di bene ti voglio,un mondo migliore sogno per tutti..arriverà?Lo spero tanto.nel "frammentre"un abbraccio grosso!

lasettimaonda ha detto...

@Conni: si, sperare in un mondo migliore è lecito, anche se le condizioni attuali non sono favolose, però se ci tolgono la speranza ed i sogni che altro c'è?
La vita "reale", che deve essere vissuta al massimo delle nostre possibilità, no?
E di sbagli ne facciamo tutti, tanti ogni giorno, più o meno grossi e dolorosi, ma ciò che fà la differenza è la sincerità, la buona fede, l'assenza di malizia ed il riconoscimento del nostro errore.
Generalmente, se siamo ricettivi e sensibili, lo ripetiamo!
Anzi, ne usciamo migliori.
L'importante è rendersi conto che abbiamo sbagliato in qualcosa e non pensare di avere sempre ragione.
Questo dettaglio fà la differenza!
Anch'io ti voglio un mondo di bene ed anche se lo sai, te lo ripeto, male non fà, giusto? Io.

Blueberry ha detto...

Purtroppo in questa generazione menefreghismo e cattiveria sembrano essere diventati i nuovi "valori". Meno male che abbiamo modo di conoscere persone speciali come te!

Anonimo ha detto...

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